Dal 2013 tutti gli scarichi dei fumi della combustione devono avvenire al di sopra del tetto (UNI 7129 2015).
Lo scarico a parete, situato subito sopra la caldaia o portato al muro, è consentito SOLO nei seguenti casi:
a) sostituzione di una caldaia di qualsiasi tipo, installata prima del 31 agosto 2013, che già scaricava a parete;
b) sostituzione di una caldaia a camera aperta, a tiraggio naturale, che in precedenza scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale;
c) installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela delle belle arti, dove quindi non sono permessi comignoli o tubi che possano raggiungere il tetto;
d) impossibilità tecnica di raggiungere il tetto con lo scarico fumi. Questo deve essere certificato da un professionista abilitato.
Dal 2014 con il D.lgs 102, è possibile realizzare questo tipo di intervento anche per:
e) installazione di apparecchi a condensazione, nelle ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in un condominio, ove non siano già presenti: camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, idonei, agibili o comunque adeguabili;
f) installazione di generatori ibridi, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di certificazione di prodotto.
Classificazione e tipologia di caldaia.
Distanze minime, scarico prodotti della combustione secondo la UNI 7129/08.
La legge ha previsto quindi delle deroghe sul divieto di installazione degli scarichi a parete delle caldaie a condensazione o degli scaldabagni a gas ma la normativa sul rispetto delle distanze minime NON può essere mai derogata.
Il rispetto delle distanze, per legge, è un elemento che durante la progettazione o l'installazione di un impianto termico non può mai essere tralasciato o messo in secondo piano.
È una legge che regola una condizione di buon senso sul quieto vivere del vicinato. Immaginiamo un palazzo di 5 piani in cui ogni appartamento dispone di un proprio scarico a parete non regolamentato. Si viene a creare una condizione in cui nessun inquilino può essere libero di aprire le finestre di casa per arieggiare l'interno, oppure che il cortile o le aree comuni intorno al palazzo siano impraticabili, soprattutto da anziani e bambini, perché investite da gas di scarico degli impianti non installati adeguatamente.
Per questo motivo, la normativa UNI 7129 ha esplicitato tutte le misure e le distanze minime necessarie da mantenere per la progettazione degli scarichi a parete.
In conclusione quando si ci ritrova di fronte una situazione in cui la canna fumaria condominiale non è a norma, perché di vecchia costruzione e non sicura, oppure quando non è stata prevista fin dall'anno di costruzione della casa l'installazione di una nuova caldaia a condensazione, obbligatoria per legge già dal 2014, la normativa consente di scaricare i fumi della combustione direttamente a parete rispettando i vincoli e le restrizioni della uni 7129/15 e naturalmente il regolamento condominiale.
Il condominio con l'assemblea condominiale e l'amministratore devono comunque mettere in condizione il proprietario di casa di poter installare la caldaia per l'impianto di riscaldamento.
Nel caso in cui l'assemblea di condominio non consenta di scaricare a parete i fumi incombusti della caldaia deve essere deliberata l'immediata messa a norma della canna fumaria esistente o il rifacimento di una nuova predisposizione a norma ed omologata per caldaie a condensazione.